Siglata la convenzione tra ministero della Giustizia e Agenzia delle Entrate per rendere più agevole la ricerca telematica dei beni da pignorare;
È stata siglata dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e dal direttore dell'Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, la convenzione che consentirà agli ufficiali giudiziari di accedere alle banche dati dell'Amministrazione finanziaria.
Il fine, comunicano le note congiunte di via Arenula e delle Entrate, è quello di "rendere più agevole la ricerca telematica dei beni da pignorare", prevista dall'art. 492-bis c.p.c. come novellato dalla riforma Cartabia, "in seguito alla richiesta di un creditore, o da sottoporre a procedura concorsuale, su richiesta del curatore".
Accordo valido 5 anni
L'accordo, che ha ottenuto anche l'ok del Garante Privacy, avrà una validità di cinque anni e regolerà l'accesso alle informazioni contenute nelle banche dati del fisco, "in conformità ai principi stabiliti dal Regolamento generale sulla protezione dei dati e dal Codice in materia di protezione dei dati personali".
Nello specifico, gli ufficiali giudiziari potranno usare il servizio, nell'ambito dei propri compiti di ufficio, al fine di acquisire tutte le informazioni utili a individuare i beni da sottoporre a esecuzione, anche nell'ambito di procedure concorsuali.
Come funziona l'accesso
L'accesso, spiegano il Ministero e l'Agenzia, la cui sicurezza dal punto di vista tecnico è garantita da un servizio di cooperazione informatica che utilizza il Sistema di interscambio dati (Sid), sarà richiesto dall'ufficiale giudiziario relativamente ai soggetti per i quali "è stata presentata istanza da parte di un creditore in possesso di un titolo esecutivo e del precetto o a seguito di specifica autorizzazione del presidente del Tribunale o di un giudice da lui delegato".
A quel punto, le Entrate verificheranno la regolarità della richiesta e invieranno la risposta con le informazioni al sistema informatico del Ministero.
Gli accessi al servizio saranno tracciati da entrambe le parti.